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La Stranezza: un dono di gratitudine alla creazione teatrale in tutte le sue Forme

“La Stranezza” ha inizio nel 1920. L'omaggio per l'ottantesimo genetliaco di Verga è l'occasione per un ritorno in Sicilia di Luigi Pirandello.

All'arrivo a Girgenti una notizia dolorosa, la morte dell'amata balia Maria Stella, lo porta ad incontrare due becchini, Nofrio (Picone) e Bastiano (Ficarra), due esseri singolari che per diletto praticano anche il teatro.
Un banale disguido impedisce e ritarda il funerale della balia e costringe lo scrittore ad addentrarsi con i due becchini nei gironi infernali della corruzione degli addetti al cimitero e poi ad attendere che l'incidente si risolva nella sua casa nella valle del Caos.

Ossessionato da un'idea strana e ancora indefinita, la creazione di una nuova commedia, Pirandello trascorre lì ore inquiete e febbrili durante le quali si susseguono visioni spettrali, ricordi, malinconiche apparizioni.

Ritornato a Girgenti dopo l'incontro con Giovanni Verga, sempre più incuriosito dal fascino singolare dei due becchini, Pirandello ne spia le prove e assiste alla prima della loro nuova farsa: La trincea del rimorso, ovvero Cicciareddu e Pietruzzu.

Nel teatrino in cui si è radunato l'intero paese, durante la spassosissima recita a un certo punto accade un evento imprevisto che costringe Nofrio e Bastiano ad interrompere la rappresentazione. Repentinamente, in sala, l'atmosfera vira dal comico al tragico, e si trasforma in una resa dei conti totale in cui a confrontarsi sono la platea e gli attori. Pirandello spia ogni minima parola, ogni minimo gesto di quella comunità dolente e ne sembra insieme divertito e turbato.

Un anno dopo, nel 1921, al Teatro Valle si è raccolto il pubblico delle grandi occasioni per la prima dei “Sei personaggi in cerca d'autore” di Luigi Pirandello. In platea, ci sono anche Nofrio e Bastiano, ospiti
dell'autore. La recita inizia e i due assistono sorpresi e rapiti, come d’altronde anche gli altri spettatori, al susseguirsi di situazioni paradossali proposte dal commediografo nella sua commedia, sino a un finale imprevedibile…

Una commedia in onore del teatro da vivere a pieno sui grandi schermi di Arcadia.

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